Leone XIV denuncia che la natura viene utilizzata per "ottenere vantaggi economici o politici"

Città del Vaticano, 2 luglio (EFE) - Leone XIV denunciò che la natura "talvolta è diventata uno strumento di scambio, un bene scambiato per un guadagno economico o politico", in un messaggio pubblicato mercoledì in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che la Chiesa celebra il 1° settembre.
"In diverse parti del mondo è già evidente che la nostra Terra si sta deteriorando" e "ovunque l'ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti delle persone, le disuguaglianze e la conseguente avidità stanno portando alla deforestazione, all'inquinamento e alla perdita di biodiversità", ha osservato.
Il Papa ha denunciato che «manca ancora la consapevolezza che distruggere la natura non danneggia tutti allo stesso modo» perché «calpestare la giustizia e la pace significa colpire soprattutto i più poveri, gli emarginati, gli esclusi, e in questo contesto è emblematica la sofferenza delle comunità indigene».
Ha anche condannato il fatto che la natura a volte sia diventata "uno strumento di scambio, una merce scambiata per ottenere vantaggi economici o politici".
«Il creato», ha spiegato, «sta diventando un campo di battaglia per il controllo di risorse vitali, come dimostrano le aree agricole e le foreste rese pericolose dalle mine, la politica della terra bruciata, i conflitti che scoppiano per le fonti d'acqua e la distribuzione ineguale delle materie prime, che penalizza le popolazioni più deboli e mina la loro stessa stabilità sociale».
Egli ha affermato che tutte queste ferite all'ambiente "sono una conseguenza del peccato", perché "senza dubbio, non è questo che Dio aveva in mente quando ha affidato la Terra all'uomo creato a sua immagine.
E ha ribadito che "la giustizia ambientale non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Rappresenta un'esigenza urgente che va oltre la semplice tutela ambientale" e che "in realtà, si tratta di giustizia sociale, economica e antropologica".
Per i cattolici, ha sottolineato, "è anche un'esigenza teologica".
"In un mondo in cui i più vulnerabili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione e dell'inquinamento, prendersi cura del creato diventa una questione di fede e di umanità", ha affermato, prima di asserire che "è tempo di passare dalle parole ai fatti".
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